domenica 25 gennaio 2009

Le ragioni di una partecipazione.

Dopo alcuni mesi di inattività sul blog (pur avendo abbozzato altre riflessioni da poter portare all’attenzione), vorrei ripropormi in virtù della prossima tornata elettorale che si terranno nella mia cittadina Teggiano.
Per molti miei concittadini sono notorie le notizie che sono circolate sulla mia persona e nel presente vorrei specificare al meglio quali siano le ragioni di una mia partecipazione a prescindere dal ruolo (eventualmente anche da esterno) che svolgerò nelle elezioni stesse.
Come già indicato nel post iniziale, ritengo indispensabile che ciascuno di noi apporti il proprio contributo, piccolo o grande che sia, per la crescita della propria collettività e ciò risulta essere tanto più vero oggi rispetto a ieri, considerato i tempi di crisi economica in cui viviamo e che si prospettano ancora più duri.
Tale crisi è ritenuta giustamente non di natura ciclica, in grado di essere risolta dalla struttura stessa del mercato, ma è una crisi molto più profonda realizzata non solo dall’avidità di poche persone che lavorano nel mondo della finanza, ma che trova ragioni in una visione materialistica che come un virus ha infettato l’intero genere umano, con uno spreco di risorse e con un aumento a dismisura del disordine che graverà fortemente a carico delle prossime generazioni. Tale crisi comporterà una seria riflessione su quale sia la società degli uomini in cui si voglia vivere, quale pianeta e quali insegnamenti vogliamo lasciare ai nostri figli. Si vuole perseverare in funzione della cultura del denaro o quella dell’Uomo nella sua interezza storica, culturale e più in generale filosofica? la sola materia o anche lo spirito?
Negli ultimi mesi ho letto spesso e volentieri uno dei documenti più straordinari che l’umanità abbia prodotta: “La dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America” del 1776 e di recente, fra l’altro, ho riscontrato con piacere che la lettura di tale documento appassionava anche altri miei compaesani. Le sollecitazioni di tale lettura mi sono giunte dalle discussioni che soprattutto negli Stati Uniti tale crisi sta adducendo, discussioni che non si racchiudono all’interno dei soli circoli culturali e filosofici, ma che sono proprie di tutta la società americana, anche di quelle sfere che dell’utilitarismo hanno fatto il proprio credo.
La parte di essa che maggiormente mi affascina è la seguente:
Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità […]
Tale frase, a mio parere, è la sintesi perfetta di valori democratici, religiosi, liberali con quella chicca finale che è il diritto degli individui al perseguimento della Felicità, richiamato dallo stesso attuale presidente Obama nel suo discorso d’insediamento.
Allora è la nostra una società in cui sia possibile sentirsi uguali, liberi e vi siano le condizioni per ricercare la felicità?
Personalmente a questa domanda io rispondo di no, ma è mia volontà collaborare con chiunque lo voglia, per realizzare una società in cui le condizioni del vivere civile siano quelle espresse nella Dichiarazione.
In molti ritengono che tale crisi sarà salutare e foriera di opportunità, ma a furia di dirlo, come espresso in un recente editoriale de “Il Sole 24 Ore”, si sta creando una falsa aspettativa che è di speranza, quasi di auto-aggiustamento e ciò ci rende meno attivi, meno pronti. In sintonia di quanto espresso nell’editoriale, ritengo che l’etica e le azioni dell’uomo civico non possano fondarsi sulla sola Speranza, ma soprattutto sul Senso di Responsabilità che io intendo razionalità insieme alle proprie doti emozionali, come la fiducia nel poter vincere qualsiasi ostacolo che ci si presenti.
Io sono fortemente convinto che i Teggianesi siano in grado di rispondere al meglio a tale sfida ed in una riunione ho espresso la capacità e quel senso di responsabilità che la nostra cittadina è in grado di esprimere e creare un laboratorio sociale che c’impegni al meglio nei prossimi anni, una sorta di Neo-Umanesimo laddove l’Uomo ritrovi la collocazione centrale, con l’esaltazione delle virtù culturali, produttive ( figlia della laboriosità dei nostri avi contadini), individuali (da non confondersi con l’egocentrismo) e solidaristiche, rispettose della Natura in quanto partecipi della stessa.
Chioso richiamando di nuovo tutti alla partecipazione politica al fine di darci una rappresentanza civica (qualcosa di più ampio della rappresentanza amministrativa) che, parafrasando ed estendendo in parte il pensiero di Obama per quanto riguardava la scelta della sua squadra, sia frutto delle migliori intelligenze e dei migliori cuori.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"O Italiani, io vi esorto alle storie, perché niun popolo più di voi
può mostrare né più calamità da compiangere,
né più errori da evitare, né più virtù che vi facciano rispettare,
né più grandi anime, degne di essere liberate dall'obblivione." - Ugo Foscolo -