sabato 16 febbraio 2008

Per una nuova Italia.

PREMESSA
E’ l’ennesimo blog di politica! Perché?
Perché ritengo che oggi in Italia bisogna partecipare e dare il proprio contributo, sia esso piccolo o grande, al fine che si apra una nuova stagione dove l’Uomo, lo Stato, l’Idea ed il Fare possano rimettere in marcia il nostro declinante paese in un mondo globale che richiede un dinamismo eccezionale, una sfida non raccolta che ci ha fatto cadere nell’inferno della mediocrità. Abbiamo già mancato un’occasione storica nel 1992: la cosiddetta azione di Tangentopoli aveva messo a nudo un sistema malato e dannoso per la nostra democrazia, sistema di cui tutti, chi più e chi meno, avevano usufruito, ma che saziava nel breve ed avrebbe apportato scompensi nel lungo periodo.
Quella svolta giudiziara ci poneva ad un bivio: era il tempo di cambiare, di riprendere il cammino perché da lì a poco ci sarebbe stata l’Europa, una tappa fondamentale che richiedeva un ingresso di qualità e non solo di mero soddisfacimento di alcuni parametri macroeconomici che erano il tutto ed il niente. Quegli anni furono testimonianza della nascita di quella che era indicata, non a caso, come la Seconda Repubblica, che ereditava certamente un lascito gravoso, ma la cui nascita doveva essere accompagnata come in genere si fa per una nuova Repubblica: con sano realismo, ma anche con entusiasmo e passione d'animo, con ottimismo per un futuro da ricostruire con pazienza, con voglia di rinnovare, d’investire sul sistema Italia: infrastrutture, scuola, sanità, giovani, architettura istituzionale dello Stato ed altro dovevano essere al centro di un dibattito riformatore condiviso, che doveva dare nuova speranza e nuova luce a quell'Italia di fine millennio e raccogliere i buoni frutti all’inizio del nuovo.
Ahinoi! Per colpe omogeneamente distribuite in tutta la classe politica, si è aperta una guerra fra bande che hanno accelerato il declino del nostro paese, senza aver affrontato al meglio la sfida che responsabilmente ci poneva l’Europa e la globalizzazione e non è un caso che oggi è sentimento diffuso uno stare peggio rispetto al 1992.
Chioso la premessa richiamando J.F.Kennedy che nel suo discorso d’insediamento alla presidenza degli Stati Uniti enunciò la celebre frase:
“Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese.”
Invitava i suoi concittadini a partecipare attivamente alla crescita del proprio paese, in forza delle proprie attitudini e delle proprie possibilità. Ebbene mi pare che non ci sia frase più appropriata in questa fase storica dell’Italia. Raccogliamo la nuova sfida e l'opportunità di aprire una nuova stagione politica e che il terzo parto repubblicano sia sostenuto nel migliore dei modi e possa avere tante madri e tanti padri.

Democratico Liberale

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